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giovedì 3 aprile 2014

I Simpson e la filosofia

da una proposta di Rosa La Camera
" I Simpson e la Filosofia" di William Irwin, Mark T. Conard, Aeon J. Skoble.

Secondo Sartre l'autostima deriva in parte dalle parole degli altri. Coloro che ci sono più vicini hanno naturalmente più voce in capitolo. Come la maggior parte dei bambini, Flaubert ebbe il primo contatto con il mondo attraverso i genitori. In superfice sembrava che con loro avesse una relazione affettuosa, ma Sartre osserva che un bambino ha bisogno di qualcosa di più. 


giovedì 20 marzo 2014

Ipazia

La storia ci tramanda tanti nomi di uomini morti in nome della libertà di pensiero, da Socrate a Giordano Bruno, da Thomas More a Giovanni Gentile. Nomi dietro i quali si cela una ragione che non si è piegata alla paura e alla morte, una ragione che non ha mai rinnegato la sua natura “pensante”, una ragione per dirla “alla Foucault” che ha avuto il coraggio della verità. Ma di tutti questi nomi, che sull’onda dei secoli sono giunti al nostro cospetto affinché siano per noi fonte di insegnamento, ce n’è uno al confine tra memoria e oblio, tra le maglie di un intreccio di eventi, testimoniati dalla storia, e di emozioni, conseguenze e cause di situazioni sempre più complesse e complicate che si allontano così tanto dalla loro origine da sembrare di seguire una logica tutta loro, indipendente da noi uomini che le creiamo. Però, capita che in certi momenti storici e nella mente di grandi pensatori quest’intreccio si snodi mostrando nella sua interezza ogni filo di cui si compone e i meccanismi che legano ciascun filo agli altri.

mercoledì 5 marzo 2014

Santippe

Tutti noi conosciamo Socrate, il filosofo del ‘Conosci te stesso’, che vagava scalzo per le strade di Atene alla ricerca dei presunti sapienti cui mostrare che la vera sapienza risiede nel sapere di non sapere. Ma ben pochi conoscono Santippe, o meglio di lei è nota la sua stravaganza e la sua irascibilità, si dice infatti che Socrate stesse tutto il giorno fuori casa a filosofare perché aveva una moglie insopportabile, bisbetica e indomabile. Il filosofo Antistene racconta che Socrate riusciva a fare ragionare tutti fuorchè sua moglie, con lei a quanto pare la maieutica non attecchiva e non riusciva a ricordare alcuna conoscenza pregressa. Ma se è vero che dietro ogni grande uomo si cela una grande donna, forse anche Santippe merita una rivalutazione storica.
Socrate aveva il dono di incantare con la parola chiunque lo ascoltasse e di certo per Santippe galeotta fu la parola quando la udì fra la gente che si affollava nell’agorà. Ma è anche certo che la giovane donna non poteva sapere a cosa andava incontro…  Riuscite anche solo a immaginare come doveva essere stare con un uomo che era in grado di rimanere immobile a pensare giornate intere, senza né mangiare né dormire. 

martedì 25 febbraio 2014

Attualità Kant


“Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza!” era una delle massime illuministiche prese in prestito dal famigerato filosofo Kant, spesso odiato dai liceali perché non capito dalle pagine dei manuali scolastici. Dietro i banchi di scuola, tra le ansie per il voto più alto e l’entusiasmo per il pieno inserimento in quella piccola comunità, chiamata classe, non sempre Kant  riceve la meritata attenzione. 
Crescendo, i più ricorderanno solo qualche locuzione cui attribuire una vaga definizione e quando sentiranno alla televisione il termine ‘trascendentale’ pronunciato dalle labbra di protagonisti di programmi di intrattenimento, sussulteranno e, corrugando la fronte, ricorderanno di quel filosofo prussiano che scrisse le tre Critiche così ermetiche. 
Ma, molto probabilmente, non si chiederanno perché il tipo impomatato, che in quel momento dovrebbe rappresentare veicolo di cultura attraverso uno dei più potenti mezzi di comunicazione, ha chiamato in causa il trascendentale e se lo ha fatto legittimamente. 
È forse questa la fine che meritano tutti coloro che hanno osato pensare e, pensando, hanno condizionato le generazioni a venire? Relegati nei meandri della memoria, pieni di polvere e a rischio tarme. Kant è solo uno dei grandi eroi della storia del pensiero, ma è quello che, sia pure inconsapevolmente, chiamiamo in causa ogni volta che pensiamo con la nostra testa. 
La dignità dell’essere uomini risiede nel pensare avvalendosi dell’unica lanterna di cui disponiamo per far luce, la ragione, con tutti i limiti che le sono propri e che la filosofia non manca di criticare. Da buon figlio dell’Illuminismo, Kant sosteneva che pigrizia e viltà sono le due cause che non permettono all’uomo di uscire dallo stato di minorità, ovvero dall’incapacità di servirsi del proprio intelletto senza erigere altri a propri tutori. “E’ tanto comodo – scrive in “Che cos’è l’illuminismo” - essere minorenni: se ho un libro che pensa per me, un direttore spirituale che ha la coscienza per me, […] io non ho più bisogno di darmi pensiero da me. Purché sia in grado di pagare, non ho bisogno di pensare: altri si assumeranno per me questa noiosa occupazione”.